Indonesia Mon Amour

Potrebbe anche chiamarsi - Indonesia aditainculo - ma per non essere scurrili è meglio così.

Sono partito con intenzione surfistiche.

Con Lorca, Christian ed il mitico Cristallino. Tutti Romani de Roma.

Loro sono rimasti quindici giorni ed io un mese e mezzo.

L’ultimo giorno andiamo a fare dei massaggi e così ci siamo fatti del male per circa due orette nel salone che ci ha consigliato un nostro amico.

Poi loro partono ed io mi trovo a culo scoperto (anche in senso letterale).

Quando siamo entrati per la prima volta la padrona era una conoscente del nostro amico, che in parole povere se la schiacciava di tanto in tanto.

La tipa era un fighino giapponese di razza, ci ha fatto distruggere i muscoli e le ossada delle nanette con le maniche sembravano tenaglie.

Eravamo li per surfare e quindi tutti i muscoli erano un pò stressati, siamo rimasti delusi di quello che per noi era il relax totale, ossia: il massaggio.

Comunque loro partono ed io continuo a fare la vita solita, cioè onde birra templi ammazza zanzare ecc…

quando un giorno il sottoscritto coglione non si reca nuovamente al salone dei massaggi. Non so perché io ci sia tornato. Va beh, entro e mi accoglie la strafighetta giapponese che mi dice che non c’era nessuno e potevo stare più tempo allo stesso prezzo.

Fotonico!

Ho pensato al momento ma poi mi sono pentito di aver speso ancora 50 bombe per quello che successo.

La massaggia troia mi squaglia normalmente i muscoli, e fino a qui tutto bene. Poi in un impeto di foga lavorativa sul gluteo destro (culo per i poveri) mi ficca il suo pollicino nel culo.

Quando entrato non sembrato così piccolo come l’ho visto dopo.

Così li per li ho pensato che mi avesse ficcato un cetriolo, così fra le urla di dolore arrivatala padrona che scusandosi ha rimproverato la squagliona ed ha mandato un tizio un po’ vecchio.

Sembrava un orco.

Ho pensato che avrebbe portato esperienza al lavoro così mi sono fidato.

Questo mi fa addormentare e sul più bello, zak, il dito in culo! Ora mi incazzo, ho pensato. Così è stato, le ho sbattuto i soldi sulla scrivania dell’ingresso e sono andato via notando il loro incomprensibile stupore e dispiacere.

Due giorni dopo arriva il fighino from Japan nella mia camera al centro di Kuta (5 carte a notte), mi dice che le dispiace e che ha portato tutto per farmi personalmente un massaggio japponese che quei puzzoni di dipendenti suoi non potevano farmi.

Se la mena un pò con attestati vari e come un coglione (e due!) accetto.

Era veramente brava, mi ha rilassato e addormentato quando mi accorgo che arriva alla zona parecchio sfruttata negli ultimi giorni.

Mi sveglio e con un takeoff da surfer la cappotto prendo il tubetto del suo olio e a scunno (come si dice a Cagliari) glielo ficco nel culo come un razzo ho colto l’occasione e così fra un dito e due ci ficco il bananino e dopo dodici urla la tipa si agita e mi fa capire che la cosa era ok e cosi mi ha devastato per tutto il resto del pomeriggio.

Sembra un happy ending story, ed in realtà è così. Il giorno dopo mi porta i due inculoni del salone dicendo che voleva che gli facessi vedere anche a loro la mia tecnica.

Ho colto la palla inculandola, schiacciandomi ancora la japponese mentre l’orco indonesiano sfondava la giovane massaggia troia che non apprezzava affatto il suo schiaccia chiaccia un pò irruento.

Io grande maestro sono stato venerato per il resto del viaggio e gli ho consigliato di chiamare la tecnica indoschiacc’.

The end?

Non so perché te l’ho scritta, se non hai le emorroidi pulisciti il culo oppure rifilala a freezer come surf trip nella splendida isola di Bali. Ciao. Guido.