Ciao Freezer! ¿Come stai? Ti ricordi che mi avevi chiesto com’è il Chile, come sono e come “raidano” i riders chileni e la stessa cosa a proposito dei gringos che vengono qui a trovare la neve più leggera del mondo.
Per spiegarti bene come sono i riders chileni parto dalla scelta dello spot. La Parva, che è a due passi da Vallenevado, spiega in sè il mondo sciistico chileno.
Nella sua esclusività, nella sua borghese tranquillità e nel suo essere una stazione sciistica chilena fatta esclusivamente per chileni che vivono a Santiago e possono permettersi una casa in montagna.
Inutile mi sembra spiegarti perchè lo sci in Chile è uno sport esclusivo ma ti dico che parlarne in ambienti di gente benestante è come parlare di golf in Italia.
Figurati per chi non è benestante o per chi decisamente vive al di sotto della soglia di povertà.
Questo per quanto riguarda lo sci, figurati dello snowboard cosa ne viene fuori, già che è la novità nell’ambito della neve qui in Chile.
Insomma essere uno snowboarder in Chile e praticamente come essere un alieno, un personaggio che di sè può dir tanto, compreso il suo status, e che in sostanza può tirarsela molto.
Fortunatamente non tutti lo fanno, in parte anche non tutti sanno di essere così fortunati comparati ai loro “connazionali-coetanei” che lucidano le scarpe o che si fanno di colla o che lavorano in qualche cantiere anche durante la domenica che loro usano per andare in montagna.
Gente che non capisce neanche cos’è quella tipica abbronzatura tipica degli snowboarders ad orsetto fatta dalla mascherina.
Questi sono i contrasti che si vivono in Chile e che uno straniero percepisce subito ma che purtroppo per i chileni di alto e basso ceto sociale sono la pura e semplice normalità.
Questo con lo snowboard c’entra e non c’entra, ma le uniche cose che so è che sono fortunato ad essere qui su queste montagne lontane 15.000 Km dall’Italia, che sono consapevole di ciò che vivo, che in parte mi sento in colpa anche se è il mio lavoro e che in ogni caso queste cose vanno dette…
Tornando agli snowboarders chileni, cedo che se la tirino come in tutto il mondo: alcuni troppo, altri di meno ed altri per niente.
Sono pochi, ma ogni anno sono più numerosi ed insieme alla crescita numerica c’è quella del livello di alcuni.
La cosa che più impressiona e che credo porterà i suoi frutti è l’organizzazione e la gran attenzione da parte delle stazioni sciistiche e dei media nei confronti dello snowboard.
E’ strano pensare qui in Chile, a La Parva, ci sia un team composti di + o - 30 persone tra “pallettari” e “freestylers” che ha ha disposizione tanti, e ti dico tanti, soldi da pagarsi allenatori per le diverse specialità, da pagare le trasferte a tutte le gare sempre più numerose in Chile e in Argentina, non che viaggi di 3 mesi in Europa per snowboardare durante i mesi dell’estate chilena.
Questo unito all’accoglienza delle stazioni, che danno piste a disposizione (per i diversi percorsi di pali), snowpark e pipe per chi li vuole.
Sono cose si notano e che in Italia potrebbero fare scuola.
Partendo anche solo dalle stazioni che sembra non avranno mai un pipe e che se va bene hanno costriuto un saltino per soddisfare i loro “amanti della tavoletta”
Arrivando alle numerose “sponsorizzazioni” dei negozietti che schiavizzano i loro riders dando una tavoletta all’anno.
Facendo pure pagare i guanti e gli scarponi che siano, figuriamoci gli skipass e le trasferte…
Un’altra cosa che lascia molto a desiderare all’Italia sono le gare, che sebbene a me non piacciono molto, in Chile sono molto più numerose e in tutte le stazioni. Ti parlo di boardercross, slalom e pipe. Gare ovunque che sembrano essere persino troppe e farsi concorrenza nell’attrarre i media.
Gare che però mettono in palio varie decine di miloni.
E così gli snowboarders si muovono, si fanno anche 800 Km per seguire una gara ed è chiaro che il livello cresce a vista d’occhio.
Quando si è mai visto in Italia questo? Va già bene, per la gran parte delle gare, se per primo premio ti regalano una maglia o un berretto recuperato da qualche vecchio stock di roba “non venduta”…
Insomma in Chile lo snowboard ha preso una forma ben più professionale, con i pro e i contro che la cosa può avere, e i frutti si vedono ogni anno che passa.
I più bravi sono ad un passo dal poter vivere solo di quello e li vedi in TV, al telegiornale, su MTV Latino America ed altri programmi che si dedicano alla neve…
Diciamo che in questo senso si risente un po’ la cultura americana, intesa come statunitense.
Parlando degli statunitensi, in Chile ci sono passati tutti i più grandi. E non è difficile vederli, l’unica cosa devi avere la fortuna di essere in un posto dove ha appena nevicato abbondantemente.
A Valle ne trovi molti più che a La Parva, visto che è per eccellenza la stazione che offre accoglienza ai pros di tutto il mondo.
Se non ha nevicato è difficile trovarli, già che loro inseguono il bel tempo che segue dopo le tempeste di neve.
Questo perché generalmente stanno facendo dei servizi fotografici o riprese e perché comunque non sono gli ultimi sfigati di sponsorizzati.
Di solito hanno il potere di decidere se stare o andare da un’altra parte, inseguiti sempre dal manager che si occupa di tutta l’organizzazione che ci vuole per poterlo fare.
A loro tocca solo svegliarsi, andare a surfare e poi andare a dormire con la possibilità chiaramente di fare nel frattempo tutta la festa che vogliono, che in Chile non manca mai.
In ogni caso quasi tutti vanno in giro con la prepotenza da buoni gringos padroni del mondo e la loro solita ingenua ignoranza, facendosi notare.
Questo lo fanno in tanti anche in Italia, loro almeno sono bravi sulla tavola e non se la danno da gringos come tanti riders italiani o chileni.
Loro sono gringos e ad esempio seguono molto menno le mode di noi altri, loro le creano le mode, che noi perdiamo il tempo a copiare, che siano nel vestire o nel trick che fa un tale o nel modo in cui si mettono le ginocchia durante questo stesso trick.
Insomma loro snowbordano molto più in scioltezza e se la viaggiano con i propri tricks e stile senza badare a troppe cose.
Questo vale anche per lo skate che per esempio quando nasce il crookie sono tutti li a fare crookie e dimenticano come sapevano skateare o come i chileni che hanno dovuto vedere un gringo indossare un berretto di lana grezza chilena prima di indossarlo loro da buoni e bravi chileni.
Ma così va il mondo, ed è proprio questo il bello di viaggiare, è che capisci e vedi un sacco di cose nuove.
Vedi pregi e difetti di dove vivi e di dove sei, mettendo tutto a confronto.
Venire in Chile è diverso da qualsiasi vacanzetta in crociera, al mare o in qualsiasi summercamp europeo, è andare al di là dell’oceano, incontrare una realtà assolutamente diversa da tutti i punti di vista.
E pensare unicamente alle cose che ti piacciono e per le quali vivi.. perlomeno stai a galla e tutto il resto rimane a 15.000 Km di distanza.
Anche solo ad apprezzare a distanza il fantastico paese nel quale vivi.. e ciò che manca a tanti Italiani.
Una cosa è certa che se vieni in Chile ci verrai una seconda volta.
Sarà per le donne, sarà per il pisco, un liquore originario del nord, sarà per il suo ambiente latinoamericano, per i vini, per i suoi molteplici paesaggi e tramonti, per le sue aree desolate o per le sue città, magari per la sua neve o per le sue spiaggie, ma ci verrai altre volte.
Come qualsiasi chileno andando lassù in Italia.