Ma è vero che l’acqua del cesso esce al contrario dall’altra parte dell’equatore? Siamo andati in Ecuador per verificare.
Ed è vero.
Esce proprio al contrario, ma ovunque ti giri in questo paese meraviglioso vedi cose mai viste, come un altra pianeta.
Una delle prime cose che noti è il sole enorme che ti scalda fino alle ossa, e da quel punto inizi a capire le facce rilassate sulla gente che incontri.
Un po’ di documentazione prima di iniziare il viaggio: originalmente, come gli altri paesi in Sudamerica, Ecuador apparteneva agli Indios.
Era un paese ricco d’oro e d’artigianato, con una cultura molto avanti in confronto alla nostra.
Ma se vai in uno dei tanti musei del paese, noti che le culture indiane spariscono bruscamente intorno al 1400, ovvero, quando sono arrivati gli spagnoli.
Questa gentaglia, dopo di avergli rubato tutto ciò che avevano di “valore”, hanno voluto anche di imporgli la loro lingua e la loro religione, come se non bastasse già.
In viaggio ora: L’Ecuador è un paese facile da girare, basta che stai un pò attento a quello che fai.
Ci sono tanti pullman che si fermano praticamente ovunque, basta che metti fuori la mano, indicando che vuoi salire.
E poi è veramente economico.
Noi siamo andati in giro parecchio e i posti da vedere sono tanti. Il paese è diviso in tre parti: la costa, la sierra e l’oriente.
Ovviamente siamo partiti subito dalla costa, da Guayaquil, una città di porto abbastanza grande, un po’ sporco e con non tantissime cose da vedere.
Perciò saltiamo a Puerto Lopez, piccolo villaggio di pescatori ospitali.
Da qui puoi prendere la barchetta per andare alla Isla de la Plata, la “Galapagos dei poveri”, cioè gli animali sono gli stessi, mancano solo le Iguanas, e quelle le puoi vedere al parco degli Iguanas a Guayaquil.
Prima di salire in barca ci siamo muniti di Mareol, farmaco decisivamente illegale fuori sudamerica.
Invece di farci passare il mal di mare ci ha fatto venire una pesantezza nella faccia, ma c’erano altro a cui stare all’occhio a parte la nausea… in Ecuador è tutto possibile e niente è sicuro… magari è anche questo che lo rende interessante.
Torniamo alla barchetta, dove dopo 2h sulle onde del Pacifico, incontriamo delle balene lunghe 15 metri.
E se non hai mai visto una balena dal vivo, immagina tonnelate di mammifero schizzare fuori dal mare verso il cielo per poi lasciarsi ricadere proprio vicino a dove sei seduto.
Fantastico.
Il periodo per vedere le balene è verso la fine di agosto.
Siamo passati poi a Salinas, città turistica piena di superalberghi americani enormi e spiaggie curate (l’invasione dei gringos si sente nell’aria… sponsorizzato coca-cola).
Ma ovunque vai sulla costa hai sempre il piacere di poter mangiare pesce fresco a prezzo bassisimo.
In Ecuador qualsiasi cosa, cucinato e servito in strada, è troppo buona e non vuoi mai smettere di mangiare.
Salutiamo la costa e con il continuo sottofondo di musica latina e merengue/hip-hop prendiamo il pullman per Quito, la capitale.
Il viaggio dura 8h e ti servono “fanta” durante.
Quando attraversiamo i paesini al rallentatore, i ragazzi del paese salgono su per vendere di tutto, da cibi deliziosi a spazzolini da denti e “te del miracolo” (sveglia i morti dalla tomba).
Dopo aver attraversato le Ande ed estensioni di piantagioni di banane, arriviamo a Quito, a 3000 metri sul livello del mare. Ti sembra di non poter respirare, ma ti passa dopo il primo giorno.
Abbiamo fatto un giro in centro, e se come me sembri un “gringo” col il segno del $ sulla fronte… è consigliabile non portare alcunché a forma di borsa.
Il centro è pieno di bar, caffetterie e giovani viaggiatori d’oggi.
Da vedere il “quartiere rosso” dove, entrando nei bar giusti, di giorno o di notte, c’è un’atmosfera densa di sesso che ti sembra di poterla tagliare a fette.
Di giorno devi passare dal Parco Karolina, che poi ha una struttura di skate e bmx enorme.
Nei dintorni di Quito puoi farti un tour fra i numerosi vulcani -alcuni anche attivi, le piramidi di Cochasci, dove puoi anche incontrare dei Lamas “sputa lontano”.
A Otavallo trovi un mercato dove gli Indios portano tutta la loro merce fatto a mano e se parli un po’ di spagnolo e non sembri troppo “gringo”, ti fanno anche degli sconti… perciò lascia l’atteggiamento ed il cappello da gringo a casa.
Da Quito siamo poi partiti per l’Oriente, cioè l’Amazzonia.
Prima di penetrare nella giungla ci siamo fermati a Banos, città delle terme sulfuree: dopo il bagno nell’acqua giallina sotto le stelle avrai un corpo nuovo e un sorriso che taglia la faccia metà.
Insomma sei pronto a fare un po’ di giorni “al primitivo” nella giungla, dove ovviamente vai con la guida.
L’Amazzonia è un’altro mondo… pieno di suoni, insetti, verde-verde-verde (la foresta) e arancio-turchese (gli animali).
Anche la gente che ci vive è troppo gentile (ti immagini, vivere nella giungla senza nessuno che ti rompe per le bollette del telefono e cazzi vari).
Dopo aver fatto una nuotata nel fiume e aver fumato un brecco mentre scendeva il sole dietro il vulcano, ti senti in paradiso.
Club Med non esiste in Ecuador, perciò non lo cercare.
Vacci solo se hai veramente voglia di sentire la vita sul tuo corpo, e vacci con rispetto.
Ringraziamenti alla famiglia Naranjo e la famiglia Baquero per la loro grande ospitalità.