Gay Pride Roma

Vietato dalla prefettura:

“Denudarsi, Travestirsi da religiosi, Uscire dall’itinerario previsto dal corteo, Avvicinarsi a chiese o basiliche, provocare passanti o i manifestanti del contro-corteo di estrema destra, Compiere atti sessuali in pubblico, Scandire slogan o portare cartelli offensivi, Qualsiasi forma di violenza o resistenza alla polizia.”

Consentito:

“Abbracciarsi e anche baciarsi in pubblico durante Gay pride e la sfilata del 8 luglio Cantare e ballare Scandire slogan o portare cartelli polemiche ma non offensive queste sono le regole pubblicate poco prima.”

Freezer vi offre tre punti di vista dell’evento:

1. La battaglia di Roma per la World Gay Pride quasi vinta? Marco Menini
2. Noi a roma ci siamo andati. Mimmo
3. Messi a nudo, spogli di provocazione, davanti a stato e chiesa. Chiara Molon

La battaglia di Roma per la World Gay Pride quasi vinta?

by Marco Menini

Ormai non c’è più dubbio. la World Gay Pride si è tenuta a Roma dal 1 al l 9 luglio. Ne dispiaccia al Vaticano, che da mesi, lottava per opporsi in pieno Giubileo. Battaglia lontana del esser finita. Dopo l’ostilità della Santa Sede…

“Siamo favorevoli alla Gay Pride, però siamo opposti ai travestimenti osceni e a l’indecenza nel centro della capitale”

Ha spiegato il sindaco, Francesco Rutelli (sinistra).

Fuori luogo offendere i pellegrini che vagano per le vie di Roma. Bisognava dunque evitare a tutti costi le chiese e le basiliche del Giubileo il che, a Roma, è praticamente impossibile.

Lunghe e difficili negoziazioni per definire il tragitto della grande parata culmine, 600.000 persone, culmine di una serie di manifestazioni lungo tutta la settimana.

La prefettura voleva vietare il Coliseo, che secondo gli organizzatori è il simbolo

“della lotta contro la pena di morte e della difesa per i diritti dell’uomo”.

Il Vaticano temeva che la folla si avvicinasse al “simbolo dei martiri cristiani” Il collettivo d’organizzazione ha risposto:

“fuori discussione! Siamo pacifisti e non violenti, non rinunceremo!”

Ha ribadito Imma Battaglia, presidente del Circolo Omosessuale Mario Meli. La polemica, iniziata più di 6 mesi fa’ è lontana dell’esser chiusa!

Il giorno della grande parata erano aspettati a Roma 30.000 pellegrini polacchi ed i militanti di Forza Nuova (destra) hanno ottenuto di poter sfilare lo stesso giorno! Ciò non ha fatto altro che aggiugersi alla confusione ed agli imbrogli!.

Eppure, come fa notare A. Giuliani, uno degli organizzatori

“era da più di 2 anni che i preparativi erano in corso e che si moltiplicavano le difficoltà burocratiche mentre si trattava solo di una manifestazione allegra e pacifica”

Per prova della loro buona volontà, i promotori della radunata decidono di spostarne la data, all’inizio fissata al 28, festa di S. Pietro e Paolo, patroni di Roma.

Questo gesto non è bastato. Fin dall’inizio dell’anno, il Vaticano si è ferocemente opposto a questa riunione mondiale, considerata come una provocazione, peggio, una sfida.

Osare organizzare a Roma, durante l’Anno Santo, una tale manifestazione poteva solo assomigliare ad un insulto alla Chiesa ed a i suoi fedeli. Il Concordato con lo Stato Italiano è stato invocato.

Il Cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza Episcopale a insistito

“Non adesso e non a Roma”.

Ovviamente la polemica a raggiunto il terreno politico, soprattutto da quando Giuliano Amato, Presidente del Consiglio, (ex socialista), ha giudicato la World Gay Pride “inopportuna” ed a deplorato di non poterla vietare per via della libertà d’espressione! Ha suggerito di

“isolarla al resto della città”

Tutti i partiti politici hanno preso posizione. La destra si è dichiarata ostile. Si è proposto di organizzarla in un’altra città.

Il ministro dell’agricoltura, Alfonso Pecoraro Scanio (verde) ha annunciato in pubblico la sua bisessualità. Franco Zeffirelli ha stimato che non era necessario gridare la propria omosessualitè.

I “pro” ed i “contro” hanno continuato a bisticciare…

Una cosa è certa: l’evento non è passato inosservato!

Contemporaneamente, dopo aver deciso di vietare alle donne la funzione di pastore, la Chiesa Battista del Sud (15milioni di fedeli negli States) ha votato a gran maggioranza risoluzioni contro l’aborto, l’omosessualità ed a favore della pena di morte…

Cosi va il mondo… MM

Noi a roma ci siamo andati.

by Mimmo.

Noi a roma ci siamo andati qualche giorno prima, visto che c’è la nostra amica.

Il gay pride per quanto mi riguarda non è una semplice manifestazione di protesta ma era anche una festa una sfilata una fiera dove la gente bella, si mi spiace per gli altri, ma eravamo tutti bellissimi, si ritrova e festeggia la gioia di esserci.

Il pomeriggio del sabato siamo andati all’appuntamento con tutto il mondo, alla metropolitana piramide, parcheggiato la macchina un po’ distanti perché non era possibile avvicinarsi di più c’erano un sacco di poliziotti che avevano bloccato le strade.

Beh arriviamo in questa piazza affollatissima, tutte le vie erano piene di gente, gente dappertutto. noi cerchiamo di rintracciare tutti i nostri amici, un’impresa vana.

Beh e la cosa che mi sta più a cuore dire, si c’era tanta gente, mentre alcune persone hanno lavorato per rendere invisibile questo evento, noi eravamo lì in tanti fisicamente e i nostri corpi esistono e sono nostri, non potranno mai gestirli come vogliono loro.

Intorno grande assembramento di persone e carri, con musica di diversi generi e con diverse attrattive, quello con sto ragazzone con il costumino giallo e la skiuma rosa che gli veniva buttata addosso. va beh parliamo d’altro.

Lo sapete che c’era pure ambra, lo sapete che a me mi ha fatto simpatia e gnokka la ragazza.

C’erano i vippe che ho visto, quel carciofo di sgarbi insieme ai travestiti, giustamente esprimevano un bell’aspetto sociale, il tipico cliente e i tipici prestatori d’opera, ho visto pannelone insieme ad una banda di suonatori che camminava come alla parata del santo patrono.

Boh a me quello non mi è simpatico, mi sembra il solito benestante che si occupa dei grandi problemi che sono grandi fino a quando lui decide che sono grandi e… beh però era li.

Ho visto uno che ho conosciuto una sera anni fa che ora fa il parlamentare, si chiama niki vendola, me lo ricordo con simpatia, poverino con sto lavoro che si e scelto mi sembrava un po’ intristito l’ho visto da lontano ma non mi e venuta voglia di andarlo a salutare.

Mi sembrava già bello indaffarato, e se posso essere un po’ cinico non mi piaceva tanto con la camicina e pantalocini tutti a modo e questo orecchino al lobo piccolo piccolo che stava a dire guarda come sono ribelle.

Scusate vi dovevo dire come andava il gay pride ma un po’ di gossip fa bene.

Eravamo in sta piazza e ci guardavamo in giro per decidere quale carro seguire noi, outsider possiamo permetterci di seguire quelli che vogliamo essendo i più belli dei belli.

Abbiamo incontrato franco, un tipo eccezionale conosciuto il giorno prima sulla spiaggia di ostia dove vanno tutti i GAY, franco è di Ginevra ma ha la mamma che abita ad ostia e lui se ne va sulla spiaggia a fare massaggi eccezionali.

Lo invidio, aveva una schiena dritta che dovevate vedere, aveva un po’ dello sciamano, e dove te lo troviamo sotto il carro del blue cheese che ballava alla grande sta musica elettronica ritmatissima, si ci siamo incontrati mentre ballavamo, perché noi ballavamo sempre, era li la festa, dovevate dirlo a Jovanotti, c’era? io non lo visto, magari si.

Almeno io so che piace a un sacco di gay, e forse anche a lui sono simpatici. tutti costretti in un percorso scomodo ed ingombro di transenne mal posizionate per fare defluire tutta quella concentrazione…

Messi a nudo, spogli di provocazione, davanti a stato e chiesa.

by Chiara Molon.

Sabato 8 luglio 2000, ore 15:00, piazzale ostiense, il primo world gay pride è pronto per partire.

Fra le persone sul piazzale si sentono parlare varie lingue, sono arrivati in massa gay e lesbiche dall’america, dall’australia, dalla cina, addirittura qualche arabo (velato ovviamente!) alla testa del corteo un gruppo di 70 motociclisti “machissimi” e un grande arco di palloncini colorati, i colori dell’arcobaleno (rainbow) rappresentanti di gay e lesbiche nel mondo.

A seguire, dopo le varie polemiche che hanno anticipato la parata, c’è chi alle parole ha fatto seguire la propria presenza, come katia berillo, ministro alla pari opportunità, bertinotti, sgarbi (amato-odiato come sempre, accolto da applausi seguiti subito da fischi di disapprovazione), leo gullotta “scortati” dalla persona che x la sua presenza rischia forse di più, don vitalino della sala, la chiesa èpresente insomma, anche controvoglia, i gay cattolici apprezzano.

Parcheggiati ai lati del piazzale, una decina di carri allegorici aspettano di partire, già si vedono i primi dimenarsi di tette e culi in strass e paillettes, scalpitano il ritmo dell’inno della settimana del gaypride “nessuno mi può giudicare” di caterina caselli. verso le 15:30 finalmente, la partenza.

Allo striscione d’apertura segue il carro pieno di schiuma di mucca assassina, sono in due (ragazzi ovviamente) a salire all’inizio, così carini che non so se girarmi a destra o a sinistra, a gettare a chi cammina vicino a loro schiuma su schiuma fra gesti e danze sensualmente provocanti.

Poco dopo salirà anche una ragazza, beh, anche le lesbiche hanno diritto alla controparte! segue a ruota un triclinio e qualche pseudorudere di capitello cui si appoggia ambra (eh, già, nota icona omosessuale) capelloni lunghi fino al fondo schiena neri neri, vestita vero simile morticia adams, forse non ha capito bene dove si trova, a no, si lega poi, la rainbow-bandiera a modi pareo.

E poi ancora il carro dei travestiti e transessuali brasiliani, la macchina mimetica della leather house di roma, e ancora un carro solo casse che inneggia ad una rivoluzione fondamentale della musica (che centra poi?) insomma un pourpourri di vizi e stravizi, gusti e nongusti, fatine, borchie, farfalline e marinaretti, ombrellini multicolore e gadget d’ogni tipo.

Durante il cortesi balla, si canta, ci si dimena, ci si arrampica. la cosa che sorprende e che trovo d’estrema delicatezza, nessuno urla frasi, slogan, insulti, si lascia ai cartelli e ai vari striscioni il compito di denunciare, di chiedere, di contestare.

Sulla via piramide cestia mi rendo conto che assieme a tutti questi ragazzi e ragazze omosessuali ce ne sono tantissimi di “regolari”, eterosessuali come me che dovevano assolutamente esserci x manifestare il loro sostegno stavolta, a roma, in quest’anno giubilare specialmente!

Prendere parte a questa gran marcia contro la sessuofobia e per i diritti delle minoranze, per il sacrosanto (e lo dico non a caso) diritto alla libertà d’essere quello che si è, il diritto ad esternarlo, a farsi vedere.

A potersi unire e a creare famiglie, il diritto all’amore e all’amore libero, il diritto insomma di vivere scegliendo e non solo seguendo! sono facili poi quei paragoni con persone che soffrono di patologie come la pedofilia, la necrofilia.

Lasciamo questi paragoni ad altre persone ignoranti ed altre sedi.

Questo primo world gay pride è stato di tutti, di coloro che pur sembrandomi anche un po’ ridicoli a manifestare x certe cose nell’anno 2000, hanno avuto, hanno e avranno la voglia di cambiare questa situazione di discriminazione e intolleranza, per se stessi e coloro che verranno dopo.

Al circo massimo secondo Titti De Simone eravamo “200 mila, 500 mila, milioni!” non si è capito bene quanti, l’importante è che eravamo lì, messi a nudo, spogli da provocazione davanti a stato e chiesa.