Checkin’ Out The North Pole..
Arrivo con i miei genitori a Narvik su una barca di lusso entrando nel fiordo da sud della Norvegia. E’ un tardo soleggiato pomeriggio, la maggior parte dei passeggeri sono sul ponte a vedere la cittadina avvicinarsi.
Dio… sembra così piccola sotto quelle immense montagne che la circondano. Il sole tramonta come al solito e tutta la neve diventa dorata.
Nel porto ad accoglierci alcuni indigeni, ma naturalmente nessuno di noi li conosce. Qualcun altro tra noi invece si.
Qualcun altro sembra sempre conoscerli. Il fatto di essere americano non é male, la gente ha sempre qualche “wassup” o un “how ya doing”, ma ora mi sento completamente alienato dagli altri del nostro gruppo.
Voglio essere come la gente che ci accoglie: a loro agio e silenziosi, sorridenti, ed avere la confidenza di sapere di essere perfettamente a casa, proprio in questo momento.
Passiamo la notte in un piccolo hotel, con vista. Il mio sonno é ricco di sogni di bellezza in differenti forme, ma tutte con una cosa in comune: un color dorato.
Sono svegliato dal suono di un grosso motore diesel che sta lasciando il porto, la nave carica di ferro grezzo é diretta nella Rurh nella Germania avvelenata.
Scommetto che ogni singolo grano vuole essere perso per strada. Mentre i miei vanno a farsi un giro verso una ski-resort chiamata Riksgransen, io rimango con l’intenzione di camminare per il villaggio.
Mangio una colazione da campioni, latte e cornflakes, sandwich con formaggio di capra e grandi quantità di tè.
Cammino in salita tutto il tempo, e l’unica cosa che mi separa dal cielo é un muro di neve. Questo é Narvik: acqua, villaggio, neve, cielo - e tutto così ravvicinato che sembra mescolarsi.
Poi successivamente ho imparato: quando stai in cima ad una montagna ti sembra di poter attraversare la città e atterrare in acqua con un solo salto. Tanto sono ripide le colline soprastanti.
Come stavo a guardare le alture, e il mio collo iniziava a voler tornare ad abbassare la testa in una posizione più regolare, proprio allora noto una stazione della funicolare sulla mia sinistra.
Sembra essere un impianto di risalita. La mia curiosità mi ha portato qui, ma non poteva anticiparmi cosa avrei trovato di lì a poco: una cabina di una ovovia che ondeggiava lentamente con un cigolio da un lato all’altro.
Una ragazza dentro é seduta con lo sguardo rivolto alle montagne, proprio come ero messo io qualche momento fa. E’ solo poco più in là, e deve aver sentito i miei passi sulla ghiaia, perché si volta improvvisamente verso di me.
Come si gira i suoi capelli biondi riflettono una forte luce gialla per una frazione di secondo, e come se mi aspettasse, fa subito “Hej”.
Immagino di essere sembrato un poco confuso mentre camminavo e mi sedevo vicino a lei. “Squirk-squirk. Squirk-squirk” l’ovetto continua a dire.
Ci presentiamo brevemente, a nessuno di noi sembra importare molto di quello che si é appena detto.
“Ho guardato nello specchio ogni giorno per vent’anni, ed é sempre la stessa faccia”
lei mi spiega la sua età. Ognuno di questi giorni, come la maggior parte delle persone in Narvik, lei vede quella bellezza naturale che tutti sembrano possedere, penso senza dire.
“Sto aspettando che l’inverno ritorni”
risponde alla domanda su cosa stesse facendo sull’ovovia in un soleggiato giorno di primavera
“Mi piace molto, molto sciare”
dice.
“Ma..” comincio io “..é così bello qui di primavera! Come fai a pensare allo sci?”
“se vedi il quadro generale sembra sempre bello. Pianeti, vite.. ma da vicino é tutto sporco e di pietra: e giorno dopo giorno, la vita é un duro lavoro, ti stanchi, perdi il modello. Allora io devo andare a sciare..”
La montagna deve essere molto buona per sciare, penso.
Ma il nostro breve incontro non finisce qui. Invece lei mi porta in giro per la cittadina e i dintorni, tutti i suoi posti preferiti, o “i miei punti di vista della vita” come li chiama lei. Ad un certo punto si ferma e mi guarda
“Baciami due volte, sono schizofrenica”
Dice. E dopo che ubbidisco punta un dito verso l’oceano e fa
“In autunno, puoi vedere le balene incontrarsi là”
E’ metà maggio, ma l’inverno é andato via da poco come puoi vedere dai rigagnoli che scendon da ogni collina, acqua che tu con difficoltà vedi, ma che sempre senti.
Come un saggio disse:
“Le migliori e più belle cose al mondo non si vedono, ne si toccano.. si sentono nel cuore”
Eh oh! Se la sentivo nel mio cuore.
La barca partiva la mattina dopo.
Quella mattina sono rimasto.
E mi sentivo perfettamente a casa.