Original Title:
Pennywise Jim Lindberg interview @ Warped Tour
Bologna 2 sept 1999
Ormai non ci speravo più di intervistare Jim dei Pennywise.
Proprio l’unica volta che mi annoto addirittura le domand, lui non si va ad ammalare? Ho dovuto usare tutta la mia capacità di persuasione per convincere Fletcher che, sì era simpatico, ma io volevo parlare a Jim delle cose che aveva scritto e mica potevo chiederle a qualcun altro!
Dopo aver reso questo evidente con il chitarrista (chiunque abbia visto le dimensioni di Fletcher mi dirà della pazza ad aver detto una cosa così a quella montagna..) va dentro al bus e chiede al diretto interessato se ce la fa.
Me ne stavo per andare quando torna e dice che non c’è problema si può fare. Olé. Infondo non è tanto malato, o per lo meno regge benissimo, dimostrando quanto cazzo ci creda nelle sue idee.
Nella tua biografia in Pennywisdom sostieni che la maggior parte delle religioni “sono state create da menti primitive e non evolute come modo per rispondere alle domande sul perché l’uomo esiste, e come mezzo di soggiogamento delle masse attraverso la paura e la colpa” questa affermazione può risultare abbastanza controversa..
j: quello che penso guardando tutti questi tipi di religione, come il cattolicesimo, il buddismo, l’ebraismo, l’islamismo, è che descrivono la stessa cosa: cercano di mettere ordine nell’universo e tutte credono in un dio; è soltanto perché siamo cresciuti i posti differenti che abbiamo visioni diverse del mondo, però sono sostanzialmente simili: usiamo nomi diversi per gli stessi elementi in questione.
Penso che tutte le persone siano state create allo stesso modo e che debbano avere gli stessi diritti ed è assurdo combattere l’uno contro l’altro su questioni su cui non abbiamo nessuna certezza.
r: però l’impressione che ho è che tu parlassi più del risultato storico delle religione che delle religioni come filosofia.
j: infatti penso che vi sia grande conoscenza nei testi sacri come la Bibbia, Il Corano. Ho studiato molto approfonditamente il testo principale del buddismo e vi ho trovato buoni insegnamenti; ma nella loro storia le religioni hanno anche generato molta violenza che non avrebbero dovuto creare.
Con il nuovo millenio che incombe penso sia tempo per ognuno di noi di mettere da parte le paure e l’odio e eliminare le separazioni derivate dalla razza, dalla religione, dalla diversità in generale e cercare di realizzare l’idea di pace su scala globale. La nostra generazione sembra essere disillusa da tutto e non credere più in nulla e allo stesso tempo sta ereditando questo modo sconnesso.
Penso sia il momento di fare qualcosa. Chiunque può avere la sua religione, il suo dio, ma non si dovrebbe mai arrivare al punto di combattere per queste questioni: se io ti do il diritto di credere in Gesù o in Maometto e chi altro, tu mi devi dare il diritto di non credere.
Se non c’è nessuna possibilità di cambiare il modo in cui la gente si rapporta a questo argomento ci ritroveremo sempre nella situazione in cui siamo da quando l’uomo è in giro.
r: tu parli spesso di utopie in termini di scopo da raggiungere…
j: esatto, un obiettivo che magari non si realizzerà mai completamente ma che bisogna porsi come limite; se ogni società non si porrà come scopo quello di rendere il mondo un posto migliore le cose potranno solo peggiorare.
Guarda cosa succede in Usa: ragazzi che vanno a scuola per sparare ai compagni, gruppi d’odio su internet che si stanno ingrandendo e che attaccano bambini nelle scuole solo perché ebrei, persone che si odiano perché di colore diverso; io non posso andare in un quartiere ad un miglio da casa mia perché lì i neri sparano ai bianchi.
E’ chiaro che bisogna portare la gente a discutere di questi argomenti, sennò andrà sempre peggio.
r: tu dici che bisognerebbe far discutere l’intera società su questi temi, ma come pensi sia possibile?
j: non è una cosa facile perché si sono creati molti muri fra di noi.. la mia idea… ti faccio un esempio: guarda il comunismo; è stato iniziato da una persona, Karl Marx, che aveva idee molto ispirate su come il mondo dovesse essere; queste idee, sono partite da una persona sola e ne hanno influenzato milioni. Ora, Marx era una persona come anch’io sono una persona che va su un palco e, rivolgendosi alla gente che viene a vedere il concerto, spera di dare qualche cosa su cui riflettere.
Faccio poi la stessa cosa in Germania, in Usa e così via e alla fine parlo a molta gente. E se riesco a comunicare il mio messaggio nel modo giusto, senza alienare troppe persone in questo processo, penso che dei cambiamenti si possono fare.
Quello che la nostra generazione non capisce è il potere che abbiamo, in ogni paese.
r: intendi come persona in un gruppo musicale o come individuo più in generale?
j: no, proprio come generazione.
r: davvero lo credi?
j: sì, sottovalutiamo il potere che abbiamo; guarda la BBC, la CNN, ogni giorno notizie negative, finché arrivi al punto in cui non ti sorprendi più, né per le sparatorie nelle scuole, né per i combattimenti a Timor-Est, tutta agitazione politica causata dallo scontro di ideologie contrapposte.
r: la mia idea è che tutti questi scontri non siano un prodotto diretto delle ideologie: se le si analizza attentamente si scopre che esse nascono dal tentativo di dare risposta alla domanda fondamentale: cos’è giusto, cos’è sbagliato, cos’è vero e cos’è falso.
Penso invece che questi scontri siano più legati ad una situazione di caos totale in cui l’ideologia è solo una scusa per catalizzare l’aggressività repressa delle persone, la loro spinta a voler fare qualcosa.
j: esatto, solo che il fare qualcosa di questi movimenti è imporre la loro ideologia alle altre persone. Bisogna avere compassione, comprensione del fatto che tutti hanno il loro credo e non sia possibile forzare altri ad abbracciare il proprio.
Negli USA c’è chi prende posizione su ogni cosa e prova ad esportare le sue convinzioni in molti altri paesi. In molti altri stati del mondo, la gente VOTA per ogni mozione invece di avere una sola persona che decide per tutti.
r: pensa un pò che in Italia si tenta di fare il processo inverso: guardano all’Usa come ad un esempio da seguire e tentano di importare anche la repubblica presidenziale.
j: però in ogni ideologia ci sono elementi positivi e negativi ed è ora che nasca una nuova scuola di pensiero politico che prenda gli elementi migliori di tutte le scuole come il comunismo, il capitalismo, la democrazie e le utilizzi per farne una cosa nuova.
Questo dovremmo fare: una costituzione mondiale in cui si garantiscano i diritti dell’uomo, fra cui la libertà di stampa; in alcuni paesi del mondo non puoi dissentire pubblicamente dal governo senza finire in un campo di lavoro.
r: nei paesi occidentali è più subdolo: o ti censurano direttamente o ti isolano.
j: già è per questo che se un crede nei diritti dell’uomo bisogna realizzare anche la libertà di stampa in tutto il mondo: la censura è una forma di controllo da parte del governo, che in questo modo riesce a limitare la libertà dell’individuo.
Sono convinto che tutti questi argomenti stiano interessando sempre + persone. Io ora sono padre, ho 2 bambine piccole e voglio far qualcosa, almeno dal punto di vista politico, perché lo stato delle cose cambi, portando alcune fra tutte le persone che ascoltano la mia musica a riflettere e magari ad agire in prima persona.
Pensa al Kosovo: tutti credevamo che certe cose fossero finite con la seconda guerra mondiale e invece ci sbagliavamo.
r: durante la guerra in Kosovo alcuni telegiornali si aprivano dicendo “siamo nel 19° giorno di guerra” e vedevi tutti questi profughi affamati e tu eri nella tua bella casa davanti al televisore…
j: sì però noi viviamo altri tipi di guerre: quella della droga, della povertà e così via.
r: in “words from the wise” (una serie di note scritte da Jim durante la lettura di alcuni libri) descrivi il tuo politico ideale come un mediatore tra le parti che ha come unico interesse il benessere di tutta la società: pensi che ci sia sulla scena politica internazionale un uomo o una donna con queste caratteristiche?
j: io spero che ci sia. Il problema degli USA è che probabilmente Bill Clinton ha molte buone idee riguardo a ciò che sta accadendo nel mio paese ma tutti sono molto +interessati alla sua vita privata che hai problemi del paese.
Così si finisce per spendere migliaia e migliaia di dollari per indagare la sua vita sessuale che per investirli in altri progetti ben più utili.
Quello che ho visto accadere in Usa, ma anche a Londra, è che se uno riveste un ruolo politico diventa anche una celebrità e poi spreca tutto il suo tempo per mantenere la carica, come se vendesse l’anima a tutti quei gruppi di interesse.. in Usa ci sono troppe armi in giro e nessuno si sente più sicuro ma senbra che Monica Lewinsky sia molto più importante.
r: penso che il problema delle armi in USA difficilmente sia risolvibile, la lobby dei produttori d’armi è troppo influente.
j: ma ci sono anche altri problemi interni alla città, oppure tutte quelle cosiddette tasse per le risorse che paghiamo che andranno solo a finanziare la costruzione di armi nucleari o a mantenere le tecnologie della Navy o dell’Army superiori.
Sono in quella situazione in cui non sono contento di trovarmici e devo decidere se subirla o fare qualcosa per cambiarla. Io spero che ci siano in giro molte persone stanche di tutto questo ed è per questo che continuo a ripetere che non capiamo il potere che abbiamo.
Possiamo scegliere: stare qui a guardare la tv o agire, come accadde negli anni ‘60. E non mi riferisco alla storia “peace, love..”
r: parli ovviamente dei movimenti del ‘68. Però erano proprio le ideologie a muovere questa massa enorme di studenti…
j: però poi le droghe hanno fatto esplodere il movimento…
r: però loro credevano davvero in qualche cosa, ora no. j: bisogna credere nella pace. Ognuno deve provarci.. forse non è molto cool essere in una punk band, perchè generalmente si pensa alla musica punk come aggressiva, sarcastica, volgare e forse non è popolare parlare di certi argomenti ma a me non interessa.
L’importante è che ci sia chi si preoccupi di far parlare di queste cose.
r: è proprio per questo che volevo intervistarti, non volevo parlare delle solite cose.
j: sì cose come la moda o le canzoni che abbiamo fatto questa sera..
r: io volevo anche che tu parlassi della tua utopia sotto l’aspetto economico, un misto di pubblico e privato..
j: esatto, è quello a cui mi riferivo prima mentre parlavo del prendere le idee migliori da ogni sistema e farle funzionare assieme;
lo scopo è quello di migliorare il livello dei lavoratori poveri e dargli di più; nel mio paese è una “dog eat dog situation”, in cui i poveri combattono gli ancora più poveri per avere di più.
C’è bisogno di meno separazione fra le classi e bisognerebbe innalzare il tenore di vita della classe lavoratrice, obbligando i più ricchi a pagare più tasse per questo.
Tutti devo avere il diritto ad una istruzione, ad una pensione, a cibo e vestiti in caso di necessità: questa è cooperazione.
Deve esserci la possibilità di andare in un negozio e comprare tutto ciò di cui si necessita per la sopravvivenza; se qualcuno invece lo desidera, e lavora molto duramente, può comprare qualcosa di più bello, come una casa più confortevole o una macchina più bella.
Ma il livello dei poveri DEVE essere alzato, in modo che tutti abbiano una base di sostentamento.
In USA non esiste questa possibilità: gente povera dà alla luce altra gente povera, aumentando così il numero della popolazione indigente.
r: ma alcuni economisti sostengono che nel sistema capitalistico la povertà sia un fattore necessario.
j: dici che deve essere così?
r: no, ma penso che ci sia differenza fra come le cose dovrebbero essere e come invece possano essere concretamente cambiate. Non vedo quanto potrebbe durare un governo che imponesse ai ricchi, attraverso le tasse, di dare più soldi per i poveri.
j: non si tratta di soldi, ma di opportunità!
r: che si creano con i soldi o fondi, che dir si voglia.
j: sì, ma nel mio paese c’è gente che diventa davvero molto ricca, fino a controllare l’80% delle ricchezze del paese…
la maggior parte di questi soldi dovrebbe essere investita in programmi socialmente utili; nella coopeazione chi è più ricco deve pagare più tasse.
r: quindi primo passo per un governo che volesse muoversi verso un cambiamente dovrebbe essere quello di applicare una tassazione più equa.
j: e un altro aspetto molto importante sono i fondi stanziati per la difesa: parlo di milioni di dollari!
E’ un circolo vizioso: perchè pensi che abbiamo bisogno di investire tutti quei soldi nella difesa: per difendere l’ideologia usana che abbiamo esportato in tutto il mondo.
r: qui da noi il vostro esercito fa quel che vuole… pensa alla strage di Cavalese: i piloti non sono stati incriminati, però per farci star zitti il governo americano ha barattato il tutto con l’estradizione di Silvia Baraldini.
j: il governo americano fa baratti di questo genere in tutto il mondo: è stato shoccante leggere di quell’incidente, ovvio che non importa di che nazionalità tu sia, era evidente che avessero fatto una cazzata. E non hanno pagato per questo.
Il potere e i soldi prendono il posto della giustizia; se tu hai soldi puoi fare qualsiasi cosa: pensa ad O.J.Simpson!
r: comunque penso che l’aspetto più importante della tua utopia sia quella di dare a tutti una buona educazione, in modo da dare la possibilità di scegliere.
j: è proprio di questo che hanno paura: che la gente acquisisca una coscienza ed una cultura.
r: penso sia la paura di ogni governo.
j: è per questo che tocca a noi cambiare le cose.
r: “it’s up to you”
j: ognuno deve fare la sua parte. Se tu sei in una band come me e puoi fare queste cose, come sostenere la causa in cui credi nella tua comunità, altri possono farlo nel proprio paese.
r: ultima cosa: come mai nei “turns off” della tua biografia dici che non ti piacciono gli Anthrax?
j: gli Anthrax?? Nooo, non la band, il composto chimico, quello che usa l’esercito per uccidere. Aveva la lettera maiuscola? Devo farlo cambiare.
Li conosco, sono tipi simpatici, spero che non si incazzino!
r: toglimi una curiosità: dopo tutto quello che mi hai detto, come mai avete suonato nel warped?
j: questa è l’ultima volta che suoniamo in un concerto come questo: quando suoni in questi festival non riesci mai a controllare quanto i ragazzi paghino da bere, da mangiare o anche le magliette, quindi questa è l’ultima volta.
Anche noi stiamo imparando!